Due famiglie che si uniscono in un solo nome: Collard-Picard

Dalla Vallée de la Marne a Épernay, la storia artigianale di Collard-Picard tra terroir, innovazione tecnica e cuvée d’autore.

Due famiglie che si uniscono in un solo nome: Collard-Picard

Nel panorama dello Champagne, dove tradizione e innovazione spesso si fondono in modo indistinto, spicca una maison che ha saputo preservare la propria identità artigianale con orgoglio e coerenza. Stiamo parlando di Collard-Picard, realtà indipendente nata nel 1996 dalla volontà di unire due storie familiari legate al vino: quella della famiglia Collard, della Vallée de la Marne, e quella dei Picard, originari della Côte des Blancs. Alla guida, insieme alla sua famiglia, c’è Alexandre Collard, sesta generazione di viticoltori, che porta avanti l’eredità con passione e rigore:

“I miei genitori hanno scelto un percorso alternativo, fondando una maison a misura d’uomo, capace di produrre Champagne unicamente da uve di proprietà. Un gesto di grande indipendenza, dettato dall’amore per il terroir”.

Due famiglie che si uniscono in un solo nome: Collard-Picard

Una cantina all’avanguardia nel cuore della Vallée de la Marne

Il percorso non è stato immediato. I primi anni sono stati dedicati alla costruzione della reputazione, partendo da pochi ettari di vigna ereditati. Il salto di qualità arriva nel 2006, con la creazione della cantina di Villers-sous-Châtillon: moderna, funzionale e dotata di tecnologie avanzate.
Oggi, su 16 ettari vitati, Collard-Picard continua a produrre circa 90.000 bottiglie all’anno, ponendo sempre la qualità al centro.
Una scelta coraggiosa fu anche l’apertura, pionieristica, della sala degustazione lungo la celebre Avenue de Champagne a Épernay, in tempi in cui era ancora vietato servire vino sulla via.
Oggi quello spazio è un riferimento non solo per gli amanti dello Champagne, ma anche per gli appassionati d’arte, grazie alla presenza delle sculture di Richard Orlinski.

A caratterizzare la produzione è un approccio tecnico estremamente curato:

  • le uve vengono vendemmiate solo a piena maturazione,

  • raffreddate prima della pressatura per evitare ossidazioni,

  • lavorate con presse automatiche COQUARD.

Due famiglie che si uniscono in un solo nome: Collard-Picard

Solo il “cœur de cuvée”, la parte più pura del mosto, viene destinata alla vinificazione.
La fermentazione malolattica è totalmente esclusa:

“È una scelta stilistica che ci permette di preservare l’acidità naturale e prolungare la vita dei nostri Champagne,” sottolinea Alexandre.

Le cuvée affinano in grandi botti di rovere o, più recentemente, anche in anfore introdotte a partire dalla vendemmia 2024: un dettaglio che testimonia l’attenzione per l’evoluzione stilistica, senza tradire le origini.

Due famiglie che si uniscono in un solo nome: Collard-Picard

Etichette iconiche: identità e raffinatezza

Alexandre ci ha presentato alcune delle etichette più emblematiche:

  • La Cuvée ADN Noir, composta da Pinot Noir e Pinot Meunier, colpisce per freschezza e immediatezza.

  • La Perpetuelle, frutto di una riserva perpetua iniziata nel 2008, è l’essenza dell’equilibrio.

  • Il Dom Picard 2019, un Blanc de Blancs Grand Cru, rende omaggio al nonno Dominique con la sua finezza verticale.

  • Non mancano proposte più sperimentali, come il Racines Blanc de Noirs o l’ADN Rosé, e autentiche rarità come il Merveilles Rosé de Saignée, vinificato con lunga macerazione.

  • A coronare la visione della maison, il cofanetto Synesthésie: 500 esemplari numerati che custodiscono due Champagne millesimati d’eccezione, creati con il solo “cœur de cuvée” e affinati per almeno dieci anni sui lieviti.
    La sorpresa arriva all’apertura: un sistema luminoso attiva un cortometraggio artistico proiettato all’interno del cofanetto stesso, per un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.

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