La ristorazione sociale di Equo Food come strumento di riscatto per i soggetti più fragili

Nell’entroterra siciliano, a Caltanissetta, Equo Food è un’impresa sociale che promuove l’inserimento lavorativo di persone diversamente abili, nobilitando e dando dignità alla persona attraverso un percorso individuale di formazione.

La ristorazione sociale di Equo Food come strumento di riscatto per i soggetti più fragili

Chi avrebbe mai detto che mangiare con gusto delle prelibatezze cento per cento siciliane avrebbe contribuito a sostenere concretamente una rivoluzione solidale?

È proprio questo l’obiettivo che si pone quotidianamente Equo Food: sensibilizzare, accogliere, includere e valorizzare quanto di bello ciascuna persona possiede, a prescindere dalla sua condizione personale e sociale e riducendo a zero i divari e i pregiudizi.

Equo Food è un’attività di ristorazione che fa parte di una rete di servizi gestiti dalla Cooperativa Sociale Etnos, nata nel 2005 e da sempre attenta ai bisogni del territorio, della società e delle persone. Fabio Ruvolo – presidente della Cooperativa – si adopera insieme alla sua squadra per integrare diverse tipologie di azioni, fornendo supporto a chiunque lo richieda.

Persone con disabilità, donne vittime di violenza, profughi di guerra, minori stranieri non accompagnati, anziani: sono tante le categorie che vengono messe al secondo posto e spesso considerate inferiori o “diverse” dal resto della società. Ciascuno di loro, invece, possiede attitudini ed abilità peculiari che occorre soltanto far emergere e sviluppare.

La ristorazione sociale come strumento di riscatto per i soggetti più fragiliIn questo intento Equo Food riesce egregiamente, offrendo un ambiente in cui la disabilità – ancora oggi vista con imbarazzo e con chiusura culturale – o la provenienza da altri Paesi, non pregiudicano il lavoro intenso della preparazione di pasti a pranzo e cena, ordini per asporto e domicilio, improvvisazione o rivisitazione di ricette fantasiose e gustose, accoglienza dei clienti e gestione del locale a 360 gradi.

Le storie di vita di Cinzia, Andrea, Matteo, Federica, Adama, Antonio, Giuseppe, Assad, Francesco, Fouad, Iqib si intrecciano con la qualità delle materie prime del territorio con pieno rispetto e confronto reciproco in cui il cibo è la sintesi e l’espressione finale di un racconto sociale fatto di vissuti, speranze ed esperienze che solcano l’anima nel profondo.

L’entusiasmo e la voglia di sentirsi “normali” – per come già lo sono – e parte di un progetto ancora più grande, li ha portati presso “In&Aut Festival” a Milano, il primo festival realizzato in Italia dedicato al tema dell’inclusione sociale e al lavoro delle persone con autismo.

Qui hanno deliziato i palati di tantissimi ospiti, tra cui volti noti dello spettacolo e della politica, con circa trecento arancine – specialità tipiche della tradizione nissena – preparate e vendute presso il loro stand e rappresentando con orgoglio l’unica realtà proveniente dal Sud Italia.

Degno di nota è anche un altro progetto recente “Open Food”, l’emblema di una società che finalmente sta cambiando, in cui nessuno è secondo ad un altro, tantomeno se ha difficoltà economiche causate da nuove povertà e dalla mancata concessione di solidi aiuti finanziari, e in cui – citando le parole di Fabio Ruvolo – “Il giudizio del sentirsi povero e fallito pesa più della povertà stessa”.

La ristorazione sociale come strumento di riscatto per i soggetti più fragiliOpen Food permette di acquistare ogni giorno un pranzo di qualità al costo simbolico di 1 euro, senza differenze di alcun tipo e senza sentirsi a disagio o denigrati dalla società; chi ha la possibilità può anche effettuare delle donazioni libere affinché il progetto duri il più a lungo possibile.

Non mancano certo i sacrifici, le difficoltà, i conflitti e le critiche ma gli obiettivi che questi progetti intrapresi si prefiggono non scalfiscono affatto un gruppo così compatto ed eterogeneo, che non si ferma di fronte a niente e nessuno e, piuttosto, trasforma ogni ostacolo in opportunità di crescita e miglioramento.

Il loro punto di forza è raccontare una Sicilia con uno spirito e una visione diversi da quelli che finora hanno schiacciato la sua identità, con i fatti e non soltanto a parole. Fabio Ruvolo e il suo team hanno ancora tante altre prospettive di espansione ed idee nuove, originali e sempre più inclusive per compiere ogni giorno una vera e propria rivoluzione.

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