Anteprima del nuovo menù autunnale de La Maison du Gourmet in collaborazione con L’Alchimia di Milano

Abbiamo provato per voi il nuovo menù autunnale de La Maison du Gourmet in collaborazione con L’Alchimia di Milano tra sperimentazione e tradizioni regionali.

Anteprima del nuovo menù autunnale de La Maison du Gourmet in collaborazione con L'Alchimia di Milano

Parma – Mercoledì 10 novembre ho avuto la fortuna di poter assaporare il nuovo menu autunnale de La Maison du Gourmet, creato in collaborazione con L’Alchimia e firmato dagli chef Giuseppe Postorino e Christian Spalvieri. Ogni portata è stata accompagnato da una selezione di vini della Cantina Berlucchi, fresca vincitrice del premio Cantina dell’Anno dal Gambero Rosso. 

All’interno dei singoli piatti e dell’intera esperienza di degustazione i colori e i sapori dell’autunno sono vividi e mescolati a diverse tradizioni culinarie. Un tocco di Parma è immancabile ma spiccano piatti di origine lombarda e piemontese, così come la rielaborazione di un classico della cucina internazionale. 

La sala si articola su due piani, mi trovo al piano superiore in una tavolata mista con altre 5 persone. Vengo attirato dagli alti soffitti con le travi in vista e scruto un paio di dipinti dai colori freddi. Per tutta la sera ci farà da sottofondo della musica jazz. 

Al tavolo con me c’è anche un assiduo frequentatore del locale e in generale amante della buona cucina, ha mangiato in tanti ristoranti del parmense, e non solo. 

Il menù autunnale

Si comincia con una serie di entrée: una panna cotta al parmigiano con melanzana, pomodoro e basilico. Servita come un finger food, ha la forma di un ghiacciolo e mi ricorda il sapore degli gnocchi al pomodoro. 

entrée di panna cotta

Seguono poi dei bignè salati ripieni di carne, il colore bruno che richiama visivamente le castagne, affiancati da dei grissini che sembrano quasi dei ramoscelli secchi, tanto sono lunghi e irregolari. Il tutto accompagnato dal primo calice di Franciacorta che sorseggeremo nel corso della serata. 

Gli antipasti

Con gli antipasti si comincia a fare sul serio: il piatto successivo, che è anche il mio preferito, unisce due ingredienti che difficilmente avrei accostato: la ricciola cruda e il culatello di Zibello. Serviti con una copertura di wafer croccante e accompagnati una maionese di arachidi.

E invece mari e monti si sposano davvero bene. Un piatto che rimangerei sicuramente.

ricciola crudo e culatello di zibello

È il momento del piatto più profondamente autunnale, Zu.C.Ca alias un morbido disco di zucca, carota e castagne con un cuore di fonduta di parmigiano. Dal gusto delicato che si accendeva leggermente grazie al sapore più deciso del formaggio fuso. Forse anche la presentazione esteticamente più curata e “artistica”. 

zucca, carote e castagne con fonduta di parmigiano

Il primo

Il primo piatto unisce due cucine vicine geograficamente, ma ben distinte. Nello specifico il risotto alla milanese si accosta alla tartare di Fassona, razza di manzo piemontese e alla polvere di nocciole, altro ingrediente che richiama al Piemonte. L’impiattamento è un trionfo del tondo, con ben 4 cerchi concentrici (a partire dal piatto). 

La portata è ricca, generosa ed esalta i sapori, rendendo lo zafferano e la tartare due protagonisti alla pari. Un po’ più in sordina la polvere di nocciole, forse troppo sovrastata da queste due star della cucina. 

riso alla zafferano con tartare di manzo e polvere di nocciole

Il secondo

L’anatra alla Wellington è stato forse il piatto più complesso e impegnativo del menù. Rivisitazione del più classico filetto di manzo, era condita con funghi porcini e accompagnata da una salsa ottenuta col fondo di cottura e da una crema di mais che smorzava i sapori intensi della carne. 

A interrompere la serie di calici della cantina Berlucchi ci pensa invece una rivisitazione torinese dell’Americano, con una chiara nota di caffé, che ci farà da introduzione all’ultimo piatto del menù. 

anatra alla wellington con crema di mais

I dolci

Anche per il dessert abbiamo un habitué nei ristoranti nostrani, l’immancabile tiramisù. La presentazione molto curata, ripropone le forme rotonde che abbiamo trovato in quasi tutte le portate del menù e riesce ad unire cremoso e croccante in maniera bilanciata, senza distaccarsi dai sapori del dolce tradizionale. E niente, ho dovuto fare il bis. 

tiramisù

Come coccola conclusiva e inattesa la piccola pasticceria va a chiudere una serata all’insegna della commistione e sperimentazione tra tradizioni regionali. 

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