Panettone o Pandoro? Storie e curiosità

Non c’è dicembre che si rispetti senza che si crei la diatriba culinaria che da decenni divide gli italiani: la sfida tra pandoro e panettone. Questi due dolci tipici del periodo di Natale, sono entrambi molto gettonati, ma conoscete la loro storia?

Panettone o Pandoro? Storie e curiosità

Piccola leggenda sul Panettone

Non è un caso che spesso i cibi che vanno per la maggiore, si portino dietro delle storie che affondano le radici in un che di leggendario.

L’origine del panettone, risalente circa al XVI° secolo, si lega ad un umile uomo di nome Toni, un servo alla corte di Ludovico il Moro. Il giorno di Natale, lo sguattero si accorse che il capocuoco aveva bruciato il dolce da servire al banchetto degli Sforza, per questa ragione decise di utilizzare un panetto di lievito madre che aveva conservato con cura, per festeggiare il Natale in famiglia.

Iniziò a lavorarlo, più e più volte, con uova, farina, zucchero ed uvetta. Alla fine ottenne un dolce dall’estrema morbidezza, che soddisfò pienamente tutti i commensali. Ludovico il Moro fu talmente orgoglioso della preparazione, che ribattezzò il dolce con il nome di Pan de Toni, dal quale, secondo questa piccola leggenda, deriverebbe il moderno nome del panettone.

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Oltre le favole

Il periodo storico di fine Medioevo e la casata Sforza rimangono come elementi vividi della storia del panettone, infatti è all’interno di uno scritto appartenente ad un precettore della casata che si trovano i primi accenni all’antenato del panettone.

Il documento si riferiva al rito del ciocco, secondo il quale la sera della vigilia di Natale si faceva ardere un grosso ciocco di legno all’interno del camino, mentre a tavola il capofamiglia distribuiva pezzi di pane di frumento, conservandone sempre una fetta per il nuovo anno.

Questo rituale riguardava però l’antenato del nostro panettone, si dovrà aspettare il diciannovesimo secolo per sentir parlare del vero e proprio panettone moderno.

Fu il Cherubini, nel suo famoso vocabolario milanese/italiano ad associare al termine “Panattòn” la descrizione di pane di frumento lavorato con uova, zucchero, burro e uvetta sultanina o passa.

Il Pandoro e la sua multi-origine

L’origine del Pandoro è un po’ più “travagliata” rispetto a quella del suo antagonista per eccellenza.

Secondo alcuni le prime tracce del Pandoro risalgono al 1500, quando alla corte di Venezia si soleva ricoprire alcune tipologie di cibi con delle sottili foglie d’oro. Tra queste pietanze c’era anche un morbidissimo dolce conico chiamato per l’appunto “pan de oro“.

Seguendo altre fonti quello che oggi si conosce come Pandoro, altro non sarebbe che la derivazione di altri dolci tipici veneziani come il Pane di Vienna che è un dessert molto simile ad una brioche, o il Nadalin che invece è un dolcetto a forma di stella.

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Origine commerciale del Pandoro

Tra le innumerevoli fonti e storie relative all’origine di questo dolce natalizio, c’è una data che sancisce con certezza la nascita commerciale del pandoro: il 14 ottobre 1884.

Fu il giorno in cui il pasticcere veronese Domenico Melegatti depositò il brevetto per un dolce a forma di stella ad 8 punte, presso il Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia.

Il pasticcere s’ispirò ad un dolce tipico della tradizione veronese, il Levà, che solitamente si preparava in tutti i villaggi limitrofi rispetto alla città. Si trattava di un dolce lievitato ricoperto con mandorle e zucchero.

Melegatti utilizzò la ricetta base, ma aggiunse uova e burro ed eliminò la copertura rendendo l’impasto molto più dolce e morbido. Per quanto riguarda la forma a stella, questa venne realizzata da Angelo dell’Oca Bianca, un pittore che creò lo stampo piramidale ad otto punte.

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Sia il panettone che il pandoro sono uno splendido esempio di come la pasticceria artigianale, dalle nobili ed antiche origini, sia riuscita ad adattarsi allo scorrere del tempo e ai cambiamenti che inevitabilmente l’hanno interessata.

Ciononostante, la classicità che è insita all’interno dei due più tipici dolci natalizi, è segno dell’intramontabile amore che i palati italiani affidano alla tradizione, una tradizione culinaria che impara dal passato e che riesce sempre a portarlo nel presente.

Un altro anno è passato, ma la diatriba rimane e rimarrà ancora aperta, forse perché la scelta in realtà non c’è. Sia panettone che pandoro possiedono peculiarità inimitabili che concorrono a renderli due dolci estremamente diversi, ma al contempo molto amati.

Quindi, perché scegliere quando si possono gustare entrambi?

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