Intolleranze alimentari: tra salute e marketing, come fare scelte consapevoli

Scopriamo le differenze tra allergie e intolleranze alimentari e come il marketing influisce sulle tue decisioni d’acquisto.

Intolleranze alimentari: tra salute e marketing, come fare scelte consapevoli

Intolleranze alimentari: marketing o salute?

“Mamma, quando torno a casa finita la sessione, mi compri gli yogurts senza lattosio per la colazione?” Questa era la richiesta che solevo fare a mia madre dopo che avevo “scoperto” la mia intolleranza al lattosio. Ovviamente, mia madre cercava questo prodotto destreggiandosi malamente nei supermercati del piccolo paese di periferia da cui provengo, non aiutata di certo dalle commesse che mal informate, le avranno fatto comprare decine di volte yogurts a basso contenuto di grassi. Sette anni fa infatti, le intolleranze non erano minimamente prese in considerazione soprattutto nei piccoli paesi, e anche lo yoghurt senza lattosio era un “lusso” sia per il prezzo maggiorato rispetto gli altri yogurts che per l’assenza nei supermercati di periferia.

Allergia vs. Intolleranza alimentare

Innanzitutto, voglio fare chiarezza tra allergia e intolleranza alimentare.

Per allergia, si intende qualsiasi reazione avversa che il corpo sviluppa dopo essere venuto a contatto con sostanze che stimolano una risposta immunitaria di varia entità. Questo fenomeno coinvolge tra lo 0,5 e il 9% della popolazione mondiale, e interessa specialmente la fascia più giovane della popolazione. Essa è causata da latte, uova, arachidi, noci, pesce, crostacei, grano e soia e da ingredienti da essi derivati contenuti in altri cibi, che possono essere nascosti ma che per legge devono essere dichiarati nell’etichetta ed evidenziati o scritti in maiuscolo. Esistono poi delle allergie alimentari più rare causate da altri allergeni come il sesamo, il mais, i lupini, il sedano, alcuni tipi di carne e di frutta e verdura.

Al contrario, l’intolleranza alimentare è una reazione avversa del corpo non causata dal sistema immunitario ma è dovuta ad una deficienza di enzimi digestivi o può avere cause che ancora non sono state identificate. Le intolleranze più comuni sono quelle ai solfiti, al lattosio, al glutine, alle ammine biogene, agli additivi alimentari e ai FODMAPs (ossia carboidrati a catena corta come polioli, monosaccaridi, disaccaridi e oligosaccaridi, i quali non digeriti nell’intestino, causano fermentazione del colon e secondo alcuni studi sono correlati allo sviluppo del morbo di Crohn o alla retto-colite ulcerosa).

Intolleranze alimentari: tra salute e marketing, come fare scelte consapevoli

L’industria alimentare e le intolleranze

Al giorno d’oggi, una maggiore consapevolezza delle cause delle intolleranze alimentari ha permesso alle aziende del settore agro-alimentare di sviluppare prodotti mirati alla riduzione o all’eliminazione del malessere fisico dovuto all’ingestione di sostanze che non tutti riescono a metabolizzare o che scatenano risposte immunitarie. La causa delle intolleranze e delle allergie può essere genetica o inerente ad altre cause quale la sempre maggiore industrializzazione dei prodotti alimentari, che in alcuni casi più che essere cibo, sono miscugli di sostanze talmente elaborate e complesse, atte al miglioramento della conservabilità e delle caratteristiche organolettiche, che hanno sempre meno a che fare con la classica “dieta Mediterranea”. Inoltre, gli studi sugli alimenti preconfezionati sono ancora inferiori a quelli non processati.

I prodotti senza lattosio: una scelta consapevole?

Quindi, la consapevolezza delle cause di allergie e intolleranze ha permesso lo sviluppo di prodotti idonei alle particolari esigenze del consumatore. Finalmente i prodotti senza lattosio sono diventati più accessibili e disponibili. D’altra parte però, il problema è che noto con preoccupazione che costano di meno i cibi più processati rispetto quelli che lo sono di meno e sono più sani. Penso infatti che a livello sociale il governo di ogni nazione debba impegnarsi di più a favorire il taglio di costi di produzione di cibo meno processato e più sano, in modo da tagliare il costo del prodotto finito e indirettamente contribuire alla riduzione delle spese sulla sanità. Con il passare del tempo, ciò può favorire un miglioramento della salute psico-fisica della popolazione. Perché chi come me soffre di intolleranze alimentari, che umore avrebbe se non avesse accesso a prodotti che può consumare senza stare male?

Intolleranze alimentari: tra salute e marketing, come fare scelte consapevoli

Marketing e inganno: come scegliere consapevolmente

In conclusione l’intolleranza alimentare è un problema reale derivante da una o più cause. C’è anche da dire però, che le aziende usano il marketing per sfruttare questa problematica per il proprio profitto. Ad esempio, sono eclatanti i casi di prodotti che, pur non avendo cereali e derivati al loro interno, contengono in etichetta l’affermazione “senza glutine”, creando un valore aggiunto che il consumatore è disposto a pagare in quanto ignora il processo di produzione di alcuni cibi e che per questo si affida totalmente a ciò che legge in etichetta per fare le proprie scelte d’acquisto. Quindi, è giusto considerare l’intolleranza come un problema, ma bisognerebbe migliorare la consapevolezza del consumatore nei confronti di ciò che compra, per evitare che il suo giudizio venga “annebbiato” dal marketing puro, che è giocoforza più volto alla massimizzazione delle vendite, che alla salute del consumatore stesso.

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