La prima edizione del Milano Coffee Festival, un viaggio nel mondo del caffè

Tre giorni di workshop, lezioni e degustazioni per far conoscere ed illustrare il mondo del caffè.

Milano Coffee Festival

Dal 19 al 21 maggio al Base Milano, location conosciuta come sede di eventi culturali e innovativi della città, si è tenuto il Milano Coffee Festival, il primo grande evento italiano dedicato agli appassionati e ai curiosi che vogliono capire e conoscere di più del mondo del caffè.

Il festival presentava un ampio programma di attività che ruotavamo attorno al tema ​del caffè, visto da molteplici visuali, attraverso racconti, dimostrazioni, degustazioni e laboratori, in grado di coinvolgere il visitatore in un’esperienza nuova ed alternativa. In questi tre giorni si è potuto interagire con i migliori torrefattori, coffee masters e artigiani del caffè.

Nell’Area Educational abbiamo avuto modo di partecipare al “Barista 2.0”, un training multimediale sulla professione del barista, tenuto da Davide Cavaglieri, il Campione Italiano Barista 2018. Dopo una breve introduzione sulla sua carriera, il giovane barista ha proposto al pubblico l’assaggio di due caffè fatti con metodi diversi.

Il primo era un caffè espresso di specie Arabica e varietà Caturra e Castillo, proveniente dalla Colombia, mentre il secondo un caffè filtro (detto anche caffè all’americana o, meno correttamente, americano), preparato versando acqua calda sul caffè macinato e raccogliendo in una caraffa il liquido risultante tramite un filtro. Entrambi i tipi di caffè facevano parte di una selezione di caffè che Cavaglieri aveva portato alle sfide che poi l’hanno portato a vincere il titolo detto prima: si trattava quindi di caffè pregiati che noi e altri non avevamo mai provato prima e bisogna dire che la giornata è partita proprio con il piglio giusto (a fine giornata erano circa una ventina i caffè bevuti!)

Il secondo appuntamento dell’Area Educational è stato l’incontro “How to brew coffee?” a cura di Francesco Masciullo, Campione Italiano Barista 2017, un approfondimento pratico sui metodi alternativi all’espresso per la preparazione del caffè. Francesco Masciullo ha spiegato i vari strumenti esistenti per fare un caffè filtro, dal V60, all’Aeropress Chemex, dal Clever Dripper fino ad arrivare alla preparazione Cold Brew.

Entrambi i baristi si sono soffermati sul prezzo del caffè e su come gli italiani non siano disposti a pagarlo più di 1€, se non in piazza San Marco a Venezia. In Italia siamo indietro rispetto ai paesi nordici dove esistono bar specializzati in cui il caffè è il vero protagonista. Le caffetterie estere pongono molta più attenzione alla materia prima, i baristi lì sono riconosciuti come tali e conoscono il prodotto. Dietro al banco, in Italia, spesso ci sono persone che si trovano lì per caso, perché non hanno trovato lavoro da nessun’altra parte. Per fare il barista bisogna formarsi e studiare, non ci si può improvvisare.

La loro idea di caffetteria è quella più vicina ad un luogo dove potersi fermare a lavorare, leggere, passare del tempo libero, e non solo consumare un caffè frettolosamente al bancone. Un locale dove il barista possa comunicare al cliente la qualità del suo nuovo caffè e far scattare in lui la curiosità verso questo mondo.

Sponsor tecnico dell’Area Educational è stato Kenwood, leader mondiale nel segmento della food preparation, mentre, grazie a Tu Si Bio, tutti i materiali utilizzati erano biodegradabili. Al secondo piano erano presenti tanti espositori, tra cui Nescafè, Caffè Vergnano, Kimbo, Caffè Corsini, Lavazza, Agust.

Sempre al secondo piano lo spazio Coffee World dedicato alle origini e alla sostenibilità dell’affascinante materia prima, in collaborazione con IILA, l’Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana e UNIDO, (United Nations Industrial Development Organization). Un suggestivo percorso di approfondimento fatto di tradizione, qualità e passione in compagnia di alcuni tra i principali Paesi produttori: Ecuador, Colombia, Costa Rica, El Salvador, Etiopia, Guatemala, Honduras e Repubblica Dominicana. I Paesi sono stati apprezzati protagonisti anche nelle aree Educational e Auditorium con sezioni di cupping e workshop dedicati.

Grazie al workshop “Cupping Colombia”, tenuto da Andrea Onelli e Ermanno Perotti, due trainer autorizzati SCA (Specialty Coffee Association) abbiamo sfidato le nostre capacità. Il cupping è una serie di assaggi del caffè, con percorsi di degustazione e analisi sensoriale condotti da esperti del settore.

Non è un assaggio che determina come sia il gusto della miscela di caffè, ma è un assaggio che delinea un profilo del caffè in questione, pensato per un torrefattore che deve ordinare un caffè a distanza di diversi mesi che garantisca lo stesso risultato, dopo la tostatura, di quello precedente.

Per iniziare si annusa il caffè macinato (8,25 g di caffè abbastanza grossolani) per farsi un’idea del profumo, poi va versata dell’acqua calda a 93° nella tazza dove è presente la polvere e lasciato riposare il tutto (per far affiorare la “crosta”) per circa 4 minuti. Al termine di questi la crosta va rotta con il cucchiaio e annusato nel contempo. Dopo aver annusato il caffè, si passa all’assaggio vero e proprio, riempiendo il cucchiaio e aspirando con forza il caffè in modo da fargli raggiungere più papille gustative possibile. Un cup taster sa riconoscere il gusto, l’odore e il colore di un caffè.

Il Milano Coffee Festival è stato per noi un vero e proprio viaggio alla scoperta del caffè, un prodotto non solo buono da bere​, ​​​ma anche interessante da conoscere e scoprire.

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