Inquinare di meno e mangiare meglio grazie ad una tassa?

Un recente studio scientifico della Oxford University ha dimostrato che applicando una carbon tax sui prodotti agroalimentari si potrebbe trarre grossi vantaggi a livello sociale e ambientale

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Il settore agroalimentare nel mondo è responsabile per più del 25% delle emissioni di gas serra. La maggior parte di questi gas proviene dall’allevamento di bovini, responsabili di emettere nell’atmosfera enormi quantità di metano proveniente dalla triplice digestione. Il metano, rispetto alla CO2, a parita di quantità, risulta essere 25 volte più pericoloso per l’ambiente. Ciò vuol dire che l’emissione di una sola tonnellata di metano produce gli stessi danni ambientali di 25 tonnellate di C02.

Le emissioni correlate alla produzione di cibo sono destinate a crescere fino all’80% entro il 2050. Questo è dovuto principalmente a due fattori: l’aumento della popolazione mondiale e il progressivo cambiamento delle abitudini alimentari nei paesi asiatici ed africani. Detto ciò le emissioni legate a questo settore entro il 2020 occuperanno il 50% delle quota disponibile per limitare il cambiamento climatico sotto i 2 gradi ed supereranno il budget nel 2070. Per questo motivo ridurre le emissioni di gas serra proveniente dal settore agroalimentare è una sfida presente che sarà fondamentale nella lotta al cambiamento climatico.

Un team di ricercatori dell’università di Oxford ha condotto una analisi sull’efficacia e l’importanza che può avere una carbon tax applicata a prodotti agroalimentari. Utilizzando un importante strumento di modeling (IMPACT) e fissando una carbon tax pari a 52$ per tonnellata di c02 prodotta i risultati ottenuti sono notevoli.

L’applicazione di questa tassa avrebbe come risultato primo un aumento dei costi di alcuni alimenti, tra tutti carne rosse e prodotti lattocaseari perchè più intensivi in consumo di energia ed rilascio di emissioni. Questo effetto però, che potrebbe sembrare negativo al consumatore, potrebbe produrre un cambiamento nelle decisioni di acquisto degli alimentando portando i consumatori verso una dieta con maggiore consumo di vegetali, migliore dal punto di vista ambientale e alimentare.

Infatti investendo i ricavi dell’ipotetica tassa in sussidi per prodotti vegetali si avrebbe una riduzione stimata del tasso di obesità e un possibili riduzione di morti dovute a squilibri alimentari pari a 800.000 individui. Inoltre sotto il punto di vista ambientale si potrebbe arrivare a una riduzione di emissioni pari a 1MT di Co2, che corrisponde a un 8% delle attuali emissioni dal settore agroalimentare.

Un risultato sicuramente interessante che ci comunica principalmente una cosa: nel futuro sarà fondamentale intervenire nel settore agroalimentare per cercare di mitigare le emissione di gas serra e combattere il cambiamento climatico.

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